Cistite Batterica Acuta (UTI)
L’infezione delle vie urinarie (IVU) è una patologia che colpisce almeno una volta nella vita il 35% delle donne contro il 10-12% degli uomini. La disparità di percentuali è data dal fatto che l’uretra femminile è molto corta (5 cm. di media, cioè circa 1/3 di quella maschile) ed il suo sbocco si apre direttamente a livello della vulva. Tale sbocco è pertanto “pericolosamente” vicino sia alla vagina che all’ano per cui i batteri presenti nelle feci (soprattutto Escherichia coli, ma anche Streptococchi, Stafilococchi, Proteus e Klebsiella) possono facilmente risalire dai genitali nell’uretra e arrivare alla vescica provocando l’infezione.
E’ per frequenza la seconda infezione dopo quella delle vie respiratorie. La terapia di questa patologia, che colpisce ogni anno in Italia centinaia di migliaia di donne (sia nella sua forma acuta che nelle forme recidivanti croniche) è così come quella della prostatite, molto difficile da gestire e molto frustrante nei risultati, per l’urologo o il ginecologo o il medico di base.
Se infatti la cistite acuta alla sua prima manifestazione, è di solito, facilmente debellabile, lo stesso non si può dire delle cistiti croniche ricorrenti o delle c.d. altre cistiti (i.e. cistite intestiziale e allodinie). Le cistiti, anche se con questo termine estremamente generico si comprendono differenti situazioni patologiche, dal punto di vista etiologico possono essere divise in:
Cistiti batteriche :
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Cistite batterica acuta (compresa la c.d. honeymoon cystitis o cistite da viaggio di nozze) o UTIs ( Urinary Tract infection’s).
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Cistite batterica ricorrente e cronica o RUTI (Recurrent UTI)
Cistiti non batteriche:
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da parassiti
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da miceti
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da agenti fisici (es.post irradiazione)
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da agenti chimici
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da danno vascolare
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da alterazioni endocrine
Cistiti ad eziologia incerta:
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Cistite interstiziale
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Sindrome Uretrale da Neuropatie del pudendo (comprese le allodinie, le vestibulopatie e la fibromialgia)
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Vescica iperattiva (Overactive bladder), che può però manifestarsi sia come sintomo delle precedenti patologie che come patologia vescicale a se stante.
CISTITE BATTERICA ACUTA (UTIs)
Le più comuni cistiti di origine batterica, cioè senza le temute e per fortuna non frequenti complicazioni renali (pielonefriti) possono essere suddivise, secondo la situazione clinica della paziente, in due gruppi:
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1° gruppo: (UTIs) cistiti batteriche acute in premenopausa e non in gravidanza
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2° gruppo: cistiti batteriche acute in gravidanza
1° gruppo: Cistite Batterica Acuta ( UTIs)
Normalmente l’agente eziologico, come già ricordato, è un enterobatterio proveniente dalla propria ampolla rettale. Le vie di propagazione sono fondamentalmente tre e cioè o per trasporto diretto (la più comune) dalla regione anale verso la vagina e poi l’uretra, o per via transparietale, dall’ampolla rettale direttamente in vescica o per via ematogena (la più rara) che è però considerata appannaggio di un ristretto numero di batteri quali lo Stafilococco aureo, la Candida , la Salmonella e il Micobatterio della tubercolosi.
Esempio del primo caso di trasmissione è la tipica “cistite da viaggio di nozze” (honeymoon cystitis) ove batteri enterorettali, spesso fisiologicamente presenti a livello del perineo femminile, sono trasportati in vagina prima ed in uretra dopo, dalla “vivacità” della situazione. Nella seconda modalità di trasmissione sono presenti invece spesso alterazioni dell’alvo con situazioni di stitichezza o di diarrea.2°gruppo: Cistite batterica acuta in gravidanza.
Questo tipo di cistite è comune durante la gravidanza ed è di solito l’evoluzione di una batteriuria asintomatica e pertanto non trattata, nella pre gravidanza. La maggior parte delle donne ha questo tipo di batteriuria asintomatica, ma solo il 20-40% sviluppa una patologia acuta in gravidanza.
In tutti questi casi il più comune dei batteri infettanti è l’Escherichia Coli, seguita dall’Enterococco, dalla Klebsiella e dal Proteus.
TERAPIA DELLA CISTITE BATTERICA ACUTA
E’ sicuramente la forma più comune di cistite e anche la più facile da curare. Basta somministrare l’antibiotico adeguato per un tempo non inferiore ai 10 gg. per risolvere la malattia.
E’ però fondamentale utilizzare l’antibiotico adeguato!
Cosa significa?
Significa non cadere nella facile scorciatoia dell’auto somministrazione di un antibiotico a caso (magari quello trovato a casa e avanzato da altre terapie) o di quello che ha fatto bene all’amica in situazioni simili. Un farmaco tipico da auto somministrazione è a base di fosfomicina in bustine. Tale antibiotico, validissimo come battericida per alcuni ceppi batterici, per altri si comporta solo da batteriostatico ovvero inibisce momentaneamente la duplicazione batterica e con essa allevia i sintomi cistitici, salvo poi provocare pericolose ricadute. Comunque è dimostrato che le terapie in mono somministrazione sono in questa patologia, di solito scarsamente efficaci.
Allora qual è il comportamento corretto?
L’antibiotico da somministrare è quello prescritto dal proprio Curante e stabilito in seguito ad un esame colturale delle urine con antibiogramma.
Mi si dirà che però le cistiti acute scoppiano tipicamente nei week end o durante la notte.
Il consiglio allora è questo.
Munirsi, al momento dell’attacco cistitico, di un recipiente sterile (in farmacia o facendo bollire per 10 minuti un contenitore di vetro) nel quale collezionare le urine, da portare appena possibile al laboratorio per esami colturali (da conservare in frigo fino alla consegna!). Subito dopo aver messo da parte queste urine, si può cominciare con una terapia auto somministrata di salvataggio, salvo poi, una volta ottenuti i risultati batteriologici, continuare con l’antibiotico adeguato, che di solito è un chinolonico (Ciprofloxacina , Levofloxacina, Norfloxacina o la più moderna Prulifloxacina).
La terapia della cistite in gravidanza, tenendo conto di tutte le precedenti raccomandazioni, di solito si giova dell’uso delle cefalosporine di terza generazione, mentre i chinolonici o le tetracicline, sono assolutamente da evitare nel primo trimestre. Inoltre, per evitare le ricorrenze, è utile una profilassi con piccole dosi di cefalessina (125-250mg) o di nitrofurantoina (50 mg).