Reflusso uretro prostatico
Abbiamo introdotto, parlando degli acini ghiandolari periferici, il concetto di reflusso uretro-prostatico, cioè l’anomalo passaggio dell’urina dall’uretra, all’interno della prostata. Perché ciò avvenga però si devono creare delle situazioni patologiche tali che l’urina, che come qualsiasi liquido tende a defluire dove la pressione è minore, trovi convenienza a lasciare l’uretra per entrare nel tessuto prostatico.
Queste situazioni patologiche sono praticamente due:
Nella prima avremo un aumento della pressione endouretrale per il restringimento dell’uretra, di solito o per ipertono su base nervosa della muscolatura periuretrale o sfinteriale, oppure per stenosi del canale, su base congenita o acquisita, come avviene talvolta in esito a pregresse uretriti, soprattutto gonococciche.
Nella seconda avremo invece, un alterazione del decorso dell’uretra nella sua primissima porzione a causa di un restringimento o ipoelasticità del collo vescicale, per una condizione congenita (?) o acquisita precocemente, chiamata sclerosi o disectasia del collo vescicale. In questo caso l’urina,nella prima parte dell’uretra prostatica, invece di defluire parallelamente alle pareti,viene sospinta violentemente contro la parete posteriore, che non essendo preparata a queste alte pressioni si lascia permeare con conseguente filtrazione dell’urina nella ghiandola prostatica (vedi figura).
Questa ipotesi patogenetica è stata confermata (Barbalias 1997), con il ritrovamento di alte pressioni di chiusura uretrali in prostatiti cosiddette abatteriche che si sono giovate (terapia) di somministrazioni di farmaci alfa-bloccanti associati ad antibiotici. Un’altra conferma all’ipotesi del reflusso ci viene da un’altra ricerca abbastanza datata ma molte elegante (Kirby 1982), nella quale si dimostra che dopo aver istillato nella vescica di 10 uomini con prostatite cronica e sclerosi del collo, acqua con microsfere di carbone, queste venivano ritrovate nel 70% dei casi in sezioni di prostata prelevate nei giorni seguenti durante un intervento di resezione transuretrale (TURP).
Tutte le situazioni suddescritte, sono facilmente evidenziabili con una buona ecografia transrettale nella fase dinamica minzionale, che mostrerà nel primo caso aree diffusamente iperecogene in tutta la prostata e nel secondo caso soffusioni iperecogene localizzate in sede periuretrale subito sotto il collo vescicale( {rokbox text=|Apri foto|}images/stories/ecografia_transrettale.jpg{/rokbox}).
Naturalmente, come è comprensibile a chiunque, non si potrà in queste due situazioni patologiche parlare di guarigione definitiva dei sintomi cosiddetti prostatitici se non si saranno risolte anche le anomalie anatomiche che ne sono la causa primaria.