Ecografia prostatica transrettale
Valore diagnostico 10
vedi vocabolario dei termini ecografici
Lo studio ecografico del paziente prostatitico è un momento fondamentale dell’iter diagnostico e come vedremo, terapeutico, della malattia. Ma tale studio deve essere eseguito nella giusta maniera e con le adeguate apparecchiature. Il paziente va studiato a vescica piena (ma non iperrepleta!) e per via transrettale, con una fase basale e una fase c.d. dinamica, cioè durante la minzione. Nella nostra esperienza preferiamo eseguire l’indagine con il paziente in piedi, onde poi facilitare l’esecuzione della minzione sotto visione ecografica associandolo all’uroflussometria. A tale uopo la sonda ecografica deve essere del tipo sottile della nuova generazione onde non creare anomale compressioni sul collo vescicale. I piani di esplorazione della prostata devono essere almeno due (sonda biplana o multiplana) e la frequenza di vibrazione dei cristalli deve essere compresa fra i 7 ed i 10 Mhz.
Solo con queste prerogative potremo avere la certezza di studiare l’organo in maniera adeguata.
I patterns ecografici da prendere in considerazione nella fase basale sono i seguenti:
- Volume della ghiandola
- Profilo capsulare
- Ecogenicità del tessuto ghiandolare
- Assenza o presenza di formazioni fibro-calcifiche
- Regolarità del decorso ed ecogenicità dei dotti ejaculatori
- Calibro delle vene del plesso periprostatico
I patterns ecografici da prendere in considerazione nella fase dinamica minzionale sono i seguenti:
- Profili e riflettenza del pavimento vescicale (trigono)
- Elasticità e morfologia del collo vescicale
- Distensibilità dell’uretra prostatica
- Profili e riflettenza delle pareti dell’uretra prostatica
- Profilo e riflettenza del Veru montanum