Ipertrofia Prostatica Benigna – Nuove Terapie Chirurgiche Rezum e Aquablation

Ipertrofia Prostatica Benigna - Nuove Terapie Chirurgiche (Rezum e Aquablation)

Nel mondo Occidentale l’incidenza dell’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB) è negli uomini fra i 50 e i 60 anni all’incirca il 50%, per arrivare al 70-80%negli ultrasettantenni.

I sintomi della IPB sono comunemente catalogati in:

 SINTOMI OSTRUTTIVI

  • Difficoltà a iniziare la minzione: bisogno di “spingere” per avviare il flusso urinario.
  • Flusso urinario debole o intermittente: il getto di urina risulta meno potente e discontinuo.
  • Svuotamento incompleto: sensazione di non svuotare completamente la vescica.
  • Gocciolamento terminale: persistenza di gocce di urina alla fine della minzione.
  • Sforzo durante la minzione: necessità di contrarre i muscoli addominali per urinare.

SINTOMI IRRITATIVI

  • Aumento della frequenza urinaria: necessità di urinare più spesso, soprattutto durante il giorno (pollachiuria).
  • Minzione notturna frequente (nicturia): svegliarsi frequentemente durante la notte per urinare.
  • Urgenza minzionale: sensazione di dover urinare immediatamente, con difficoltà a trattenere e possibile perdita di alcune goccioline.
  • Incontinenza da urgenza (meno comune): perdita involontaria di urina.

Talvolta, nelle fasi più avanzate della malattia si può arrivare alla formazione di calcoli vescicali (che possono provocare sanguinamento), infezioni urinarie ripetute e alla fine ritenzione acuta di urina con la necessità di cateterizzazione.

Fra i fattori che influenzano questa malattia, oltre, come abbiamo visto, all’età e all’area geografica (Paesi Occidentali, forse per alimentazione e stress?), ci sono fattori genetici  e fattori ormonali quali un alterato squilibrio fra testosterone e diidrotestosterone.

Di questi pazienti però non tutti sviluppano sintomi clinici ma circa il 30% degli uomini sopra il 50 anni ha sintomi moderati o gravi correlati all’IPB.

Nonostante i trattamenti farmacologici siano oggi in molti casi sufficienti (Alfa bloccanti e Inibitori della 5 alfa reduttasi), di questi pazienti circa il 10-30% richiede un trattamento chirurgico nel corso della vita.

I trattamenti chirurgici tradizionali sono da almeno 40 anni gli stessi.

Il cosiddetto Gold Standard di questi trattamenti è la TURP, acronimo che sta per Resezione Endoscopica della Prostata.

Questa resezione, o eliminazione chirurgica del tessuto ipertrofico (ricordiamoci che la IPB è conseguente alla neoformazione di noduli benigni costituiti da tessuto muscolare, ghiandolare e di supporto) avviene tramite l’uso di anse attraverso le quali passa una corrente elettrica. Altra tecnica che si è affermata nell’ultimo decennio è la vaporizzazione dell’adenoma attraverso una sorgente laser.

Negli adenomi di grosse dimensioni (superiori ai 100gr) infine si usa un particolare Laser (ad Olmio), che non vaporizza l’adenoma ma lo taglia per produrre un’enucleazione dell’adenoma dal circostante tessuto sano.

Gli effetti collaterali di queste tecniche chirurgiche a breve termine possono essere:

– il sanguinamento intra e postoperatorio che talvolta può richiedere una trasfusione

– le infezioni urinarie.

 a lungo termine possono essere:

-ejaculazione retrograda (75-90% dei casi)

-disfunzione erettile (5-10% dei casi)

-stenosi uretrale o della loggia prostatica (2-10% dei casi)

-incontinenza urinaria passeggera o definitiva(1-2% dei casi).

Il mio gruppo dal 2021, in alternativa alle tecniche tradizionali(TURP, LASER, ecc) ha iniziato ad utilizzare due nuovissime tecniche chirurgiche, cioè il REZUM (per prostate fino a 80 gr) e l’AQUABLATION (per prostate oltre gli 80 gr). Queste tecniche sono altrettanto efficaci come quelle sopra descritte, ma prive dei su segnalati effetti collaterali (soprattutto ejaculazione retrograda e disfunzione erettile).

Le nuove terapie chirurgiche nel dettaglio:

REZUM

Il Rezum è una tecnica mininvasiva che riduce il volume della prostata senza la necessità degli interventi chirurgici tradizionali.

In pratica,  in anestesia locale, attraverso una piccola cannula inserita nell’uretra, si effettuano tramite un microago in porcellana,  iniezioni di vapore acqueo ad alta temperatura(100/105°C) all’interno degli adenomi.

Il calore provoca una necrosi delle cellule iperplastiche che nel giro di 2/3 settimane vengono riassorbite riducendo in questa maniera il volume prostatico ripristinando la normale funzione urinaria.

Rispetto agli altri interventi chirurgici sulla prostata (TURP, LASER ecc.) la tecnica non richiede incisure chirurgiche, è estremamente rapida (circa 10 minuti) e riduce al minimo la possibilità di complicazioni di sorta. Viene eseguita in anestesia locale o sotto blanda sedazione (la stessa usata per gastroscopie o colonscopie).

Anche la degenza è ridotta al minimo ed il paziente può essere dimesso il giorno stesso o al massimo la mattina seguente.

AQUABLATION

L’Aquablation è una procedura chirurgica mini-invasiva che utilizziamo nelle prostate di volume superiore agli 80 grammi.

La tecnica, eseguita sotto la guida di un sistema robotico, utilizza un getto di acqua ad alta pressione (80 Atm)che rimuove come un bisturi il tessuto prostatico in eccesso.

È una tecnica innovativa che combina precisione e sicurezza, perché con la guida robotica abbiamo la capacità di preservare i tessuti prostatici demandati alla conservazione della erezione e della ejaculazione.

In anestesia generale o locale, La procedura è guidata da un sistema chiamato AquaBeam, che combina l’uso di immagini in tempo reale (ultrasuoni transrettali) con un getto d’acqua ad alta velocità.

Prima dell’inizio dell’intervento il chirurgo pianifica il trattamento attraverso un’interfaccia robotica per garantire la massima precisione. A questo punto si attivano i getti ad alta pressione di acqua sterile che rimuovono il tessuto prostatico iperplasico.

L’acqua è a temperatura ambiente e questo protegge le strutture nervose da qualsiasi danno. L’intervento dura all’incirca 30 minuti e la dimissione del paziente avverrà dopo 48 ore.