La terapia di tali forme morbose, naturalmente si base sulla rimozione dei fattori patogeni suesposti e che possiamo riassumere come segue:
- sterilizzazione delle urine e ostacolo alle reinfezioni
- protezione della mucosa vescicale
- ricostituzione dei GAGs parietali.
Di seguito il protocollo terapeutico che usiamo comunemente e da noi presentato sia al Congresso Mondiale dell’American Urological Association, che al Congresso dell’ European Urological Association con il titolo “Long Lasting Therapy for Recurrent Urinary Tract Infections in Women” ). Clicca per scaricare un abstract
LONG LASTING THERAPY FOR RECURRENT URINARY TRACT INFECTION IN WOMEN
Ricordiamo che prima di iniziare qualsiasi protocollo terapeutico, si deve naturalmente, cercare di eliminare o perlomeno minimizzare, tutti i fattori predisponenti la malattia (rapporti ripetuti e a rischio, spermicidi, alterazioni dell’alvo, prolassi, ecc). Si devono inoltre abolire quelle abitudini di vita e di alimentazione potenzialmente dannose o predisponenti alla cistite. Si deve inoltre arrivare ad un apporto di acqua di almeno 1.5 litri al giorno.
Il protocollo terapeutico consta di due fasi differenti, delle quali la prima (di solito di 10 gg.) serve a ristabilire una situazione di sterilità batterica di base, mentre la seconda (di solito 6 mesi) serve a mantenere nel tempo tale situazione.
Ricordiamoci che la sterilità batterica, nella prima fase, la dovremo ottenere nei tre comparti interessati dalla malattia e cioè nella vescica (in primis!) ma anche nella vagina e nel retto.
Il trattamento consigliato pertanto sarà il seguente:
NEI PRIMI 10 gg. e dopo una prima urinocoltura:
- Chinolonici a dosaggio pieno (sterilizzazione della vescica).
- Rifamixina (sterilizzazione intestinale).
- Fermenti lattici umanizzati di nuova generazione (ricostituzione flora intestinale).
- Compresse/ovuli vaginali a base del lattobacillo di Doderlein (sterilizzazione e ricostituzione flora vaginale).
- Compresse/ovuli vaginali acidificanti (protezione flora vaginale).
NEI SUCCESSIVI 6 mesi:
- Chinolonici a dosaggio minimo somministrati ogni 3 gg. ma anche un ora prima di ogni rapporto sessuale.
- Acidificanti vaginali a cicli di 10gg/mese.
- Waterfall D-Mannosio (vedi sotto)
Alla fine di ogni mese va sempre ripetuta, anche in situazioni di perfetto benessere, una urinocoltura con antibiogramma onde precocemente evidenziare la comparsa di batteriuria asintomatica resistente!
TERAPIE ACCESSORIE
Allo schema terapeutico suesposto, in presenza di situazioni particolarmente gravi o degenerate nel tempo o in ogni caso più resistenti, associamo altri presidi terapeutici:
- Acido Ialuronico+Condroitin solfato per istillazioni endovescicali (vedi sotto).
- Vaccino anti E. Coli
- Amitriptilina (vedi sotto).
- Diete prive di sostanze proinfiammatorie o prive di Nickel
- Trattamento locale degli eventuali trigger points (Protocollo di Stanford).
SPIEGAZIONE DI ALCUNI DEI PRESIDI ILLUSTRATI
D-MANNOSIO
Il Mannosio è uno zucchero semplice ovvero un monosaccaride. Viene riassorbito otto volte più lentamente del glucosio. Una volta assorbito, ha la caratteristica specifica di non poter essere trasformato in glicogeno e pertanto non può essere utilizzato come nutrimento, ma trasportato tale e quale nel sangue, viene filtrato dai reni, raggiungendo concentrazioni elevate nelle vie urinarie.
Il D-Mannosio è una sostanza assolutamente innocua e naturale, ossia un gliconutriente presente normalmente anche nelle cellule del nostro corpo e priva della tossicità degli antibiotici. Il d-mannosio, si lega ai recettori (lectine) presenti nelle ciglia del batterio E.coli (causa del 90% delle infezioni urinarie) creando la forma complessata mannosio+patogeno che così anziché annidarsi nelle pareti delle mucose, rimane nel flusso dell’urina, e viene portata all’esterno con la fisiologica fase minzionale. Da ricordare inoltre che il D-Mannosio è particolarmente ricco della surricordata proteina di Tamm Horsfall che ha la capacità di legarsi con le lectine batteriche. Infine il D-Mannosio inibisce la formazione dei biofilms batterici. I biofilms sono una prerogativa di alcuni batteri di agglomerarsi in colonie e di produrre intorno a queste uno strato mucopolisaccaridico che le rende inattaccabili dagli antibiotici. In questo stato i batteri possono rimanere silenti, anche per mesi, salvo ricominciare a riprodursi e pertanto a dare la malattia, allorquando le difese organiche diminuiscano (esempio fine della terapia antibiotica) o aumentino i fattori favorenti l’infezione (esempio stress psichici o fisici, assunzione di sostanze irritanti, ecc.).
ACIDO IALURONICO+CONDROITIN SOLFATO (IALURIL)
L’associazione di queste due sostanze in un unico prodotto da istillare in vescica, ha la capacità di ridurre significativamente la produzione di cytokine pro infiammatorie così da permettere la corretta riparazione dello strato protettivo uroteliale. Ricordiamoci che tale strato è costituito dai GAGs che sono appunto acido ialuronico e condroitin solfato. Infatti tale strato, qualora compromesso, ha la fisiologica per quanto parziale capacità di ricostituirsi in circa 72 ore. L’istillazione esogena di GAGs incrementa sia la velocità che l’ampiezza di tale processo riparativo, promuovendo la formazione di un “neostrato” e bloccando la penetrazione intraparietale di molecole potenzialmente dannose.
AMITRIPTILINA
Questo farmaco ad alto dosaggio è un antidepressivo triciclico di vecchia generazione. Tuttavia, sappiamo che, a basso dosaggio è un “channel blocker”, cioè blocca selettivamente i canali del sodio (ma anche quelli del potassio e si presume anche quelli del calcio) presenti sulle fibre nervose periferiche i quali sono responsabili della conduzione dell’impulso lungo una fibra nervosa. Quando una fibra nervosa “si infiamma” i canali del sodio si moltiplicano a dismisura.
L’amitriptilina va proprio a bloccare i canali del sodio “in eccesso” e, quindi, ha sulla fibra nervosa un’attività anti-infiammatoria con l’effetto di rallentare, fino a bloccare, la trasmissione dell’impulso doloroso. Una volta bloccata la flogosi (infiammazione) nervosa, il tessuto tende a ritornare alle condizioni di normalità, dal momento che l’infiammazione non viene più mantenuta dai neuropeptidi rilasciati dalla fibra “infiammata” (sostanza P, che attiva i mastociti, in primo luogo).