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Prostatite e Prevenzione: Segreti e rimedi naturali contro prostatite cronica ed ipertrofia prostatica
- Si può preservare la prostata dalle infezioni con una tisana di Epilobio?
Le case farmaceutiche forse non gradiranno, ma sarebbe ingiusto omettere questa verità. Esiste una pianta molto comune, l’Epilobio, le cui proprietà medicamentose, sarebbero in grado di curare la prostatite e forme d’infiammazione analoghe.
Si tratta di un’erba infestante con un potenziale terapeutico molto alto, in grado di alleviare i fastidi della prostatite e ridurne l’effetto invalidante. Tuttavia l’infuso ottenuto dai suoi fiori – rosa o rossi – in base al luogo di provenienza della pianta, non elude forme di malattia più gravi, per le quali sarà necessaria invece la supervisione di uno specialista.
Pensare che delle piante medicinali possano guarire da un’ipertrofia prostatica sarebbe piuttosto azzardato, anche se la scienza dimostra costantemente che i rimedi naturali possano ricoprire un ruolo di prim’ordine nella prevenzione. In una società che conosce solo medicamenti chimici, dove la farmacia ha sostituito ed inglobato la figura delle antiche erboristerie, è dunque importante riuscire a riconoscere il valore di un’eventuale profilassi veramente genuina.
- La quercetina aiuta a prevenire il tumore alla prostata?
Gli usi dell’Epilobio possono essere sia interni che esterni. Quando si parla di prostatite, disturbi della minzione e patologie aggressive se pur benigne, come l’iperplasia prostatica, ne è consigliata l’assunzione mediante tisana. In tal caso, ad agire, sarà essenzialmente la quercetina, il principio attivo contenuto nei suoi fiori, antitumorale ed antitrombotico. Ma l’epilobio contiene anche altre sostanze antiossidanti e potenzialmente antitumorali. Tra queste i polifenoli, i flavonoidi, i tannini, ed alcuni derivati dell’acido gallico.
- Guercitina Dosi e somministrazione
Riconoscendone gli effetti benefici su prostata e vie urinarie, diverse farmacie ne hanno accettato la vendita, in forma di infusi, gocce o estratti. Vengono solitamente utilizzate le parti aeree della pianta, che presenta una maggiore concentrazione di quercetina. La tisana, da assumere un paio di volte al giorno per qualche settimana, si ottiene lasciando in infusione il preparato in acqua bollente, per una decina di minuti.
Sempre al fine di prevenire problemi prostatici, è possibile testare l’epilobio in gocce di tintura madre. La dose consigliata è di 15 gocce diluite in acqua, per due volte al giorno. Questo genere di terapia, intrapresa a scopo esclusivamente preventivo, dovrebbe essere ripetuta ogni due mesi, per sette giorni consecutivi.
L’infiammazione della prostata può causare la disfunzione erettile?
Purtroppo in corso di prostatiti croniche molti pazienti riscontrano alterazioni della funzione sessuale. Le cause di tali alterazioni sono molteplici. In primo luogo i dolori che si possono associare all’erezione, causati dall’infiammazione dei nervi pudendi. In aggiunta, i dolori che compaiono proprio nella fase dell’ejaculazione, spesso annientano il desiderio, ripercuotendosi sul rapporto. In molti pazienti anche la paura di contagiare la partner, produce una riduzione della capacità erettile.
Con il termine disfunzione erettile, definita da molti erroneamente come impotenza, in realtà oggi gli andrologi comprendono un ampio e variegato spettro di disturbi sessuali (deficit dell’erezione, dell’eiaculazione e della fase orgasmica).
Un disturbo all’erezione si ha quando, pur essendo presente un buon desiderio sessuale e la situazione relazionale giusta, non si ha un adeguato arrivo di sangue al pene, quindi non si ha una valida rigidità, una buona e duratura erezione. Spesso diversi elementi causali sono intrecciati tra loro e si alimentano a vicenda. L’ipertrofia prostatica, tra le patologie che riguardano la prostata, può essere uno di questi. Con l’avanzare degli anni, infatti, la parte centrale della prostata tende a ingrossarsi fino a superare anche di 2-3 volte le misure ritenute normali. Con l’età aumenta anche il tasso di estrogeni e, essendo la parte muscolare della prostata dotata di un gran numero di recettori per gli estrogeni, aumenta anche il rischio di ipertrofia.
Quali sono le raccomandazioni sulle prostatiti?
In caso di prostatite, si dovrà ricorrere oltre naturalmente ad una terapia specifica, anche ad una dieta sana, una moderata attività fisica e soprattutto ad un buon apporto quotidiano di liquidi (almeno 1.5 lt/die). Molta attenzione dovrà essere rivolta inoltre alla regolarità dell’alvo, aiutandola eventualmente con l’assunzione di prugne o kiwi.
Sicuramente lo sport rientra tra le soluzioni consigliate al fine di combattere la prostatite cronica. Perdere peso potrebbe infatti aiutare a ridurre la pressione sulle vie urinarie, alleviando così i sintomi. Questo non significa però che un’attività fisica agonistica abbia un effetto necessariamente positivo, anzi. Alcune tipologie di sport possono addirittura esacerbare la prostatite.
Il ciclismo, il motocross e l’equitazione per esempio, comportando continui urti e strattoni, tendono a peggiorare la situazione del paziente. I consigli, in caso di malattia quindi, si limitano a quello di smettere o di ridurre al minimo la pratica. Nuoto ed atletica leggera, in particolar modo i piegamenti sugli arti inferiori, risultano decisamente più indicati, e potrebbero essere addirittura in grado di favorire la guarigione, apportando miglioramenti alla circolazione.
La dieta può salvare la prostata?
Una dieta bilanciata, associata ad una regolare attività fisica, senza dubbio può aiutare a mantenere la prostata sana. Ma naturalmente ciò non può impedire che infezioni provenienti dall’esterno, colpiscano la ghiandola anche in maniera grave.
Si è visto che lo sport praticato in modo vivace, può ritardare l’insorgenza dell’ipertrofia prostatica benigna, così come alcune sostanze contenute nei pomodori e nei cavoli, potrebbero proteggere dall’insorgenza del cancro della prostata. Ultimamente si è notato che anche l’aspirina a piccole dosi giornaliere, somministrata per la prevenzione degli accidenti cardiovascolari, potrebbe diminuire il rischio di tumore alla prostata.
Un esempio di cura naturale contro la prostatite potrebbe prevedere a colazione latte scremato o the al ginseng più una porzione di cereali integrali. Frutta fresca come spuntino, pasta integrale, insalata con pomodori, carote, ceci, fagioli e farro a pranzo. Nel break pomeridiano invece potrebbero rientrare un pugno di semi di zucca e perché no, uno yogurt.
Anche gli alimenti ricchi di fibre e di omega tre rientrano nella cura per la prostata, in quanto ideali per tenere a bada il colesterolo, tra i principali precursori degli ormoni.
Sconsigliati invece i cibi che accrescono la quantità di acido urico nell’organismo, un prodotto del metabolismo delle urine. Se il livello di quest’ultimo fosse troppo alto, potrebbero infatti formarsi dei cristalli, che accumulati nella prostata potrebbero facilmente essere fonte d’irritazione o infiammazione. L’assunzione di alcune particolari sostanze, come per esempio i fitosteroli e isoflavoni contenuti nei semi di zucca, potrà risultare benefica. Questi due principi sono considerati in grado di prevenire l’iperplasia prostatica benigna.
Esiste una dieta per la prostata?
Per i soggetti affetti da prostatite, potrebbe essere di fondamentale importanza seguire una dieta particolare allo scopo di ridurre i sintomi della patologia. E’ ovvio infatti, che una disfunzione di questo tipo, ossia un’infiammazione che interessa la prostata e quindi prevalentemente l’apparato urinario, possa essere combattuta soprattutto eliminando quei cibi insalubri presenti quotidianamente sulle nostre tavole.
Una corretta dieta per la prostatite, è in grado quindi di alleviare i fastidi procurati al paziente affetto dal problema, e calmare l’infiammazione batterica.
La prima cosa da fare è privare i batteri, che vivono e prolificano nel rigoglioso tessuto prostatico, degli alimenti di cui si nutrono. Questi andranno sostituiti con altri cibi e sostanze in grado di irrobustire l’organismo ed aiutarlo a combattere l’infezione. Il consiglio non è quello di eliminare tutti i cibi potenzialmente nocivi in una volta sola, piuttosto procedere gradualmente, in modo che l’organismo non ne risenta troppo.
La Società Italiana di Urologia ha messo a punto una lista di cibi nemici ed amici della prostata.
- Fra gli alimenti dannosi, in pool position, ci sono senz’altro il pepe, il peperoncino e spezie varie, i crostacei, gli insaccati, gli alcolici (birra compresa), i superalcolici e il caffé.
- Fra gli alimenti consigliati troviamo invece quelli contenenti sostanze antiossidanti, ovvero ricchi di vitamine A, C, E, selenio, zinco e manganese, quali carote, broccoli, cavolfiori, peperoni, noci, carni rosse, fegato e cereali integrali. E’ inoltre consigliato bere almeno due litri di acqua al giorno, per evitare che l’urina ristagni e favorire il lavaggio dei microorganismi. Il fine ultimo della dieta per la prostatite è infatti quello di rimuovere i batteri.
Quali sono i sintomi della prostatite cronica?
I sintomi della prostatite cronica, oltre a quelli derivanti dalla vera e propria infiammazione della ghiandola (bruciori uretrali, minzione frequente, getto ostacolato e sgocciolante), sono quelli conseguenti all’infiammazione dei nervi pudendi.
Il plesso pudendo dà rami sia motori (per erezione, ejaculazione, minzione), che sensitivi con innervazione del perineo, dell’ampolla rettale, della vescica, del pene, degli inguini, dei testicoli e dell’ano. Disuria ed ematuria, questi i termini tecnici atti ad indicare dolore durante la minzione ed emissione di perdite ematiche con l’urina, possono poi comportare dolore anche durante i rapporti sessuali e l’eiaculazione, nonché durante la defecazione.
Quando la prostatite cronica si manifesta in soggetti molto giovani, una domanda che ci si pone spesso riguarda la possibilità di fare attività sportiva, non tanto in misura leggera, quanto più a livello semi-agonistico.
I sintomi, facilmente individuabili, tra cui dolore inguinale tendente ad irradiare tutta l’area pubica, potrebbero infatti presentarsi in modo oltremodo fastidioso durante la prestazione fisica, costringendo la persona ad una resa decisamente minore. E’ chiaro che il soggetto giovane, dopo quindici giorni di cura, desidererà tornare alle precedenti attività, soprattutto considerando che siano sufficienti cinque giorni di somministrazione medicinale, per far scomparire il dolore all’inguine e far sgonfiare i testicoli.
Qual è la differenza tra prostatite cronica e prostatite acuta?
Le prostatiti possono presentarsi in varie forme, di origine batterica o infiammatoria.
La prostatite più comune è quella di origine batterica, causata da una formazione batterica originata dall’intestino crasso e risalita attraverso l’uretra. I rapporti sessuali a rischio possono essere considerati i maggiori agenti causali di questo tipo di contaminazione, denominata ascendente.
La prostatite acuta si manifesta di solito con sintomi molto più evidenti rispetto alla fase cronica, tra cui febbre, bruciore urinario, urgenza associata ad un’aumentata frequenza minzionale. Per evitare ulteriori complicazioni, la prostatite acuta va presa in tempo e curata con appositi antibiotici, la cui somministrazione dovrà essere protratta fino alla scomparsa definitiva della malattia. E’ importante infatti, non interrompere la terapia finchè i sintomi non siano completamente scomparsi ed astenersi dalla pratica sessuale. Estendendo la terapia al partner ed assumendo molti liquidi, ci si esporrà in misura minore al possibile rischio di una ricaduta.
Nella fase cronica i sintomi diventano invece più sfumati, ma compaiono i molto più invadenti dolori perineali, inguinali, sovrapubici, anali e scrotali. Possono arrivare anche le alterazioni della sfera sessuale, con deficit erettili ed ejaculazione precoce. I pazienti affetti da prostatite cronica, sono generalmente quelli che avendo in passato trascurato forme più lievi, avvertono ad intervalli più o meno regolari, dolori addominali e nell’area genitale. Talvolta si tratta di soggetti costretti all’utilizzo del catetere, che abbiano subito traumi dell’apparato urinario o affetti da infezioni sistemiche.
Che cosa è la prostatite cronica?
Anche la prostatite come una qualsiasi altra malattia, passa dalla fase acuta a quella cronica quando, per molteplici motivi, non sia stata adeguatamente trattata nella prima fase. Quando si presenta una prostatite cronica, con formicolii nelle zone perineali, bisogno impellente di urinare, minzione frequente nelle ore notturne, leggeri bruciori e pesantezza testicolare, il primo a cui rivolgersi sarà l’urologo, il quale consiglierà al paziente un periodo di riposo, prescrivendogli anti infiammatori ed antibiotici.
Terapie inadeguate sono spesso causate dalla mancata tipizzazione del germe responsabile, oppure dalle ripetute esposizioni al germe patogeno, per diminuzione delle difese anticorpali o al contrario per aumento di tale difese che causino un’autoimmunità locale. E’ importante ricorrere a metodi naturali e non diuretici chimici, per stimolare la minzione in caso di prostatite cronica.
Le cure naturali per la prostatite cronica infatti impediscono a sostanze chimiche nocive all’organismo ,di irritare l’apparato urinario. Tra gli alimenti che non devono mancare in una dieta adeguata per la prostatite cronica ci sono gli spinaci. La Vitamina E e il beta carotene contenuti al loro interno, combinati insieme potrebbe avere infatti effetti benefici, riducendo visibilmente il rischio di ricadute. Anche la soia, le cui proprietà curative sono state ormai ampiamente riconosciute, nonchè individuate come uno dei motivi di longevità dei popolo orientali, contiene gli stessi principi dei fiori di zucca. Una dieta a base di soia potrebbe dunque definirsi una cura naturale contro la prostatite cronica.